sabato 28 aprile 2012

VERSO SINGAPORE

Dopo quasi due mesi passati tra India e Nepal, mi aspetta un aereo che mi porterà fuori dal sub-continente indiano e mi catapulterà in una realtà molto diversa: il mondo cino-malese di Singapore e Malesia.
L'India è stata un'esperienza unica: solo ora capisco l'amore/odio che la maggior parte dei viaggiatori prova per questa immensa nazione.
L'India e gli indiani, a differenza del Nepal ed i nepalesi, hanno una gran capacità di irritarti a volte: ci sono giorni che non ne puoi più della loro insistenza, della sporcizia, dell'inquinamento acustico, della superficialità nel fare le cose.
Una delle cose di cui sono rimasto stupito riguarda il comportamento delle persone: avevo un po' lo stereotipo dell'indiano gentile e servizievole, sempre con il sorriso in bocca e pronto ad aiutarti … bè … è uno stereotipo!!!
Spesso gli indiani sono rudi, per niente gentili e fastidiosi.
Se siete in una sala vuota piena di poltrone, potete stare sicuri che l'indiano si siederà accanto a voi, sbircerà il libro che state leggendo o semplicemente vi guarderà fisso senza nessun motivo, provocando non poco imbarazzo.

Ma poi c'è il lato buono, il “side A”: un paese cosi ricco di anima che la spiritualità la trovi ovunque: tra i moribondi ed i lebbrosi abbandonati per strada al loro destino, tra le vacche sacre che defecano liberamente in mezzo alla strada senza che nessuno intervenga, tra le migliaia di templi in cui si venerano Dei ed animali, tra chi spera di avere acquisito un buon karma per potersi reincarnare in una vita migliore.
Tutto è sacro in India: i ratti del tempio di Deshnok “reincarnazione” dei cantastorie, le scimmie nei templi, il fiume Gange e cosi via
Una potenza economica mondiale che non si vergogna di nascondere la sua vera anima, e che non tradisce la propria atavica cultura.
NAMASTE India

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