Dopo quasi due mesi passati tra India e
Nepal, mi aspetta un aereo che mi porterà fuori dal sub-continente
indiano e mi catapulterà in una realtà molto diversa: il mondo
cino-malese di Singapore e Malesia.
L'India è stata un'esperienza unica:
solo ora capisco l'amore/odio che la maggior parte dei viaggiatori
prova per questa immensa nazione.
L'India e gli indiani, a differenza del
Nepal ed i nepalesi, hanno una gran capacità di irritarti a volte:
ci sono giorni che non ne puoi più della loro insistenza, della
sporcizia, dell'inquinamento acustico, della superficialità nel fare
le cose.
Una delle cose di cui sono rimasto
stupito riguarda il comportamento delle persone: avevo un po' lo
stereotipo dell'indiano gentile e servizievole, sempre con il sorriso
in bocca e pronto ad aiutarti … bè … è uno stereotipo!!!
Spesso gli indiani sono rudi, per niente
gentili e fastidiosi.
Se siete in una sala vuota piena di
poltrone, potete stare sicuri che l'indiano si siederà accanto a
voi, sbircerà il libro che state leggendo o semplicemente vi
guarderà fisso senza nessun motivo, provocando non poco imbarazzo.
Ma poi c'è il lato buono, il “side
A”: un paese cosi ricco di anima che la spiritualità la trovi
ovunque: tra i moribondi ed i lebbrosi abbandonati per strada al loro destino, tra
le vacche sacre che defecano liberamente in mezzo alla strada senza
che nessuno intervenga, tra le migliaia di templi in cui si venerano Dei ed animali, tra chi spera di avere acquisito un buon karma per potersi reincarnare in una vita migliore.
Tutto è sacro in India: i ratti del
tempio di Deshnok “reincarnazione” dei cantastorie, le scimmie
nei templi, il fiume Gange e cosi via
Una potenza economica mondiale che non
si vergogna di nascondere la sua vera anima, e che non tradisce la
propria atavica cultura.
NAMASTE India
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