Il passaggio dall'India a Singapore è quanto meno evidente.
Le prime cose che fa effetto vedere dopo due mesi in India sono la pulizia delle strade e delle persone, l'ordine in ogni cosa e l'assoluta assenza di mendicanti per le strade.
Arrivato all'aeroporto un cartello attira la mia attenzione: 600 euro di multa se vi soprendono a buttare rifiuti per strada; in India la spazzatura si butta legalmente per strada, tanto che quando si ha qualsiasi rifiuto in mano e si cerca un cestino (che non esiste) gli indiani ti guardano con la massima tranquillità e ti invitano a buttarlo per terra.
Grattacieli, Ferrari, lusso sfrenato ... Singapore è una delle tigri del Sud Est Asiatico e, nonostante le varie crisi succedutesi nel corso degli anni le abbiano inferto qualche colpo al fianco, l'isola stato rimane sempre il diamante del capitalismo e del lusso in estremo oriente, 5 milioni di persone racchiuse in poco meno di 700 km2 (poco più grande di San Marino).
Dai vicini e poveri paesi asiatici arrivano lavoratori disposti a versare il sudore che i ricchi abitanti di Singapore non si sognano nemmeno di fare.
Indiani, Pakistani, Bengalesi, Filippini e Cingalesi formano la maggior parte dell'esercito di immigrati di cui Singapore ha assoluto bisogno come forza lavoro.
E così la città ha i suoi quartieri etnici, alcuni importanti e ben definiti, come Little India, Chinatown ed il quartiere arabo di Kampong Glam, anche se in realtà si trovano solo qualche tempio induista e qualche moschea.
Naturalmente, data l'importanza della comunità cinese in Singapore, Chinatown è uno dei quartieri nevralgici dell'isola.
Circondata da grattacieli, racchiude un cuore di un paio di vie in cui si può osservare una Cina patinata e non affatto originale, lontana dalle fumerie d'oppio che la resero famosa decenni orsono.
Ma
sicuramente non si viene a Singapore per cercare la vecchia cultura
cinese o quella indiana, piuttosto se ne può vedere un'interessante
forma adattata alla realtà locale: un'interessante prototipo
sociologico, una metropoli del futuro multietnica
Una città che con le sue regole severe riesce a piegare abitudini e regole di ogni singola comunità all'interesse comune.
Singapore è la "principessina" d'oriente, sempre apposto, sempre pulita, tutta in ordine ed elegante, la città dei miliardari e delle boutique.
That's it
Le prime cose che fa effetto vedere dopo due mesi in India sono la pulizia delle strade e delle persone, l'ordine in ogni cosa e l'assoluta assenza di mendicanti per le strade.
Arrivato all'aeroporto un cartello attira la mia attenzione: 600 euro di multa se vi soprendono a buttare rifiuti per strada; in India la spazzatura si butta legalmente per strada, tanto che quando si ha qualsiasi rifiuto in mano e si cerca un cestino (che non esiste) gli indiani ti guardano con la massima tranquillità e ti invitano a buttarlo per terra.
Grattacieli, Ferrari, lusso sfrenato ... Singapore è una delle tigri del Sud Est Asiatico e, nonostante le varie crisi succedutesi nel corso degli anni le abbiano inferto qualche colpo al fianco, l'isola stato rimane sempre il diamante del capitalismo e del lusso in estremo oriente, 5 milioni di persone racchiuse in poco meno di 700 km2 (poco più grande di San Marino).
Dai vicini e poveri paesi asiatici arrivano lavoratori disposti a versare il sudore che i ricchi abitanti di Singapore non si sognano nemmeno di fare.
Indiani, Pakistani, Bengalesi, Filippini e Cingalesi formano la maggior parte dell'esercito di immigrati di cui Singapore ha assoluto bisogno come forza lavoro.
E così la città ha i suoi quartieri etnici, alcuni importanti e ben definiti, come Little India, Chinatown ed il quartiere arabo di Kampong Glam, anche se in realtà si trovano solo qualche tempio induista e qualche moschea.
Naturalmente, data l'importanza della comunità cinese in Singapore, Chinatown è uno dei quartieri nevralgici dell'isola.
Circondata da grattacieli, racchiude un cuore di un paio di vie in cui si può osservare una Cina patinata e non affatto originale, lontana dalle fumerie d'oppio che la resero famosa decenni orsono.
Il Merlion, la fontana simbolo di Singapore |
Una città che con le sue regole severe riesce a piegare abitudini e regole di ogni singola comunità all'interesse comune.
Singapore è la "principessina" d'oriente, sempre apposto, sempre pulita, tutta in ordine ed elegante, la città dei miliardari e delle boutique.
That's it
Stai cominciando a scrivere seriamente!!! Bravo!!!! Bellissimo pezzo..
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