martedì 5 giugno 2012

L'AVVENTURA TRASLOCA!

La bellissima avventura di questo blog ha dato origine ad una moltitudine di progetti ed idee, per cui d'ora in poi comunicherò attraverso il sito www.lamiaasia.net, in cui posterò informazioni, ricette e a breve anche un blog con approfondimenti e riflessioni personali.
Potete seguirmi sul sito, o cliccando mi piace sulla pagina facebook de La Mia Asia, vedere filmati girati direttamente in viaggio tramite il nuovo canale You Tube
Quindi l'avventura non finisce qui, ma continua in grande!



venerdì 25 maggio 2012

LE GARE DI CANTO DEGLI UCCELLI

Oggi ho assistito ad uno di quegli spettacoli che ti fanno capire quanto viaggiare ti dia la possibilità di capire le altre culture e di saper assaporare il gusto delle cose semplici.
Sono a Kota Bharu, nord-est della Malesia, a pochi chilometri dal confine thailandese.
Questa città non presenta molte bellezze architettoniche, è però un baluardo del tradizionalismo in Malesia.
Con la sua corsa verso la modernizzazione ed il capitalismo, la Malesia si è pian piano spogliata delle proprie tradizioni e costumi popolari.
Il sarong e gli abiti tradizionali non vengono più indossati da nessuno, sostituiti semmai dal chador delle donne, simbolo di un'islamizzazione in atto nel paese da molto tempo.
L'islam che si è radicato nasce più come forma di difesa nei confronti di una comunità cinese sempre più numerosa e ricca (e buddhista).
La malesia ormai priva di una vera e propria identità gioca la carta religiosa come simbolo di distinzione.

A Kota Bharu, per fortuna, si conserva ancora qualche tradizione della vecchia Malesia.
Sono le 9 di mattina, dalla camera della guest house in cui alloggio si sente un frastuono di uccelli che cantano ... è iniziata la gara!
A 100 metri dalla mia guest house c'è il prato in cui si svolge la competizione.
Ogni partecipante porta la propria gabbia con l'uccellino dentro.
Si appendono le gabbiette ad una lunga barra di ferro che attraversa il campo in verticale.


I partecipanti ed il pubblico assistono allo spettacolo dai lati del prato.
Tre giudici si avvicinano alle gabbiette, ascoltano con attenzione il canto dell'uccellino e scrivono una votazione sul proprio taccuino.
I proprietari degli uccellini assistono alla competizione con un pò di ansia ... ci tengono che il canto del proprio uccellino sia tra i migliori.
La gara va avanti cosi, uccellini che cantano, giudici/arbitri che decidono quale sia il canto migliore, proprietari/pubblico che assistono ansiosi dai bordi del campo.


Sono rapito.
Non mi affascina tanto lo spettacolo (di per sè noioso dopo un pò) quanto il fatto che nel 2012 un gruppo nutrito di persone, ogni venerdi mattina, si riunisca ad ascoltare il canto degli uccellini, arrivando addirittura ad organizzare veri e propri tornei con premi in denaro.
E' bello vedere giovani e giovanissimi assistere allo spettacolo, sedersi ad ascoltare il canto degli uccellini.
Saranno loro che porteranno avanti questa semplice e meravigliosa tradizione.

domenica 20 maggio 2012

IL GIOVANE TEDESCO-VIETCONG-MUSULMANO

Tra le esperienze che più ti rimangono impresse nel compiere un lungo viaggio in Asia, ci sono sicuramente gli incontri con i personaggi stravaganti che si incontrano lungo il cammino.

Un paio di giorni fa ero comodamente seduto a leggere un libro nella veranda esterna della guest house di Pantai Cenang, quando mi si avvicina con fare sgraziato un ragazzo occidentale alto e magro.
Lo riconosco: è il mio vicino di bungalow.
Mi fa un cenno di saluto, ricambio la cortesia, e comincia la conversazione base.
"Come hai dormito?" mi chiede lui - "Benone" gli rispondo io - la sua faccia insoddisfatta è già una risposta: mi dice che lui invece non ha dormito per niente bene, che ha pensieri per la testa, che è tedesco ma forse è neo zelandese, che non riesce più a distinguere la finzione dalla realtà, che ha due passaporti ma qual è quello vero non si sa, ecc ...
Dopo questo bel discorso paranoico lo liquido con una stupida scusa.

Il giorno dopo, mentre pranzo in uno street restaurant con un piatto di noodles ai frutti di mare, lo vedo da lontano seduto a guardare nel nulla, e noto che sul braccio sinistro ha un grosso tatuaggio con la faccia di Ho Chi Minh sullo sfondo della bandiera rossa vietnamita ... un tatuaggio abbastanza impegnativo da portare, specie in un paese come la Malesia in cui il comunismo è stato combattuto aspramente.
Il giorno successivo la stanza che occupava accanto alla mia è vuota ... dove sarà andato?

Passano un paio di giorni ... sono in spiaggia a prendere il sole, tre uomini musulmani, vestiti con lunghi abiti bianchi e con la barba lunga, passeggiano sul bagnoasciuga e cominciano ad avvicnarsi verso di me.
Mi salutano amichevolmente e scambiamo due parole di cortesia, poi mi chiedono "Sei musulmano?" - con loro dispiacere rispondo di no.
Si allontanano da me e, non credo ai miei occhi, chi è il terzo uomo vestito di bianco dietro di loro?
Il tedesco-vietnamita!!!
Sono allibito. Cosa ci fa adesso con dei devoti musulmani, tutto vestito di bianco e con lo sguardo pacioso?
Mi saluta con un cenno di capo, ricambio il saluto ma sono perplesso.

La sera l'ho visto dentro la moschea circondato dagli uomini con cui camminava in spiaggia, sembrava quasi lo stessero iniziando all'Islam.
Il ragazzo mi sembra un pò confuso, spero solo riesca a trovare la sua identità ... Inshallah

mercoledì 16 maggio 2012

I "Pelè" della Malesia

Finalmente al mare!
Dopo più di due mesi a girovagare tra deserti e montagne tra India e Nepal, finalmente sono al mare: arcipelago delle Langkawi, gocce di terra nello stretto di Malacca.
E' quasi il tramonto, lo spettacolo del calare del sole in riva alla spiaggia è uno dei regali più belli che la natura possa offrire.
Mentre mi godo lo spettacolo, poco lontano da me, giovani malesiani hanno improvvistao un campetto da calcio sulla spiaggia ... li osservo ... e a dire il vero sono proprio imbranati.
Dopo avere vissuto sei mesi in Brasile, praticamente accanto al mare, ed aver visto ogni giorno ragazzini di tutte le età giocare a pallone in spiaggia, assistendo allo spettacolo di movimenti, di acrobazie, di agilità e fantasia nel toccare la palla ... vedere come giocano i malesiani a calcio mi fa un pò ridere ... ma d'altronde mica tutti nascono "Pelè"
E poi ogni popolo ha le proprie capacità: voglio vedere se i brasiliani sanno preparare un roti buono come lo fanno i malesiani!

Calcio in spiaggia sull'isola di Langkawi

domenica 13 maggio 2012

Il vulcano dell'Asia

Non che non abbia niente da dire sulla Malesia, ma è che il vulcano nella testa è esploso e sto ideando tanti di quei progetti che poi vi dirò ... ah questa grande Asia

martedì 1 maggio 2012

SINGAPORE: la principessina d'Oriente

Il passaggio dall'India a Singapore è quanto meno evidente.
Le prime cose che fa effetto vedere dopo due mesi in India sono la pulizia delle strade e delle persone, l'ordine in ogni cosa e l'assoluta assenza di mendicanti per le strade.

Arrivato all'aeroporto un cartello attira la mia attenzione: 600 euro di multa se vi soprendono a buttare rifiuti per strada; in India la spazzatura si butta legalmente per strada, tanto che quando si ha qualsiasi rifiuto in mano e si cerca un cestino (che non esiste) gli indiani ti guardano con la massima tranquillità e ti invitano a buttarlo per terra.
Grattacieli, Ferrari, lusso sfrenato ... Singapore è una delle tigri del Sud Est Asiatico e, nonostante le varie crisi succedutesi nel corso degli anni le abbiano inferto qualche colpo al fianco, l'isola stato rimane sempre il diamante del capitalismo e del lusso in estremo oriente, 5 milioni di persone racchiuse in poco meno di 700 km2 (poco più grande di San Marino).
Dai vicini e poveri paesi asiatici arrivano lavoratori disposti a versare il sudore che i ricchi abitanti di Singapore non si sognano nemmeno di fare.
Indiani, Pakistani, Bengalesi, Filippini e Cingalesi formano la maggior parte dell'esercito di immigrati di cui Singapore ha assoluto bisogno come forza lavoro.
E così la città ha i suoi quartieri etnici, alcuni importanti e ben definiti, come Little India, Chinatown ed il quartiere arabo di Kampong Glam, anche se in realtà si trovano solo qualche tempio induista e qualche moschea.

Naturalmente, data l'importanza della comunità cinese in Singapore, Chinatown è uno dei quartieri nevralgici dell'isola.
Circondata da grattacieli, racchiude un cuore di un paio di vie in cui si può osservare una Cina patinata e non affatto originale, lontana dalle fumerie d'oppio che la resero famosa decenni orsono.  

Il Merlion, la fontana simbolo di Singapore
Ma sicuramente non si viene a Singapore per cercare la vecchia cultura cinese o quella indiana, piuttosto se ne può vedere un'interessante forma adattata alla realtà locale: un'interessante prototipo sociologico, una metropoli del futuro multietnica

Una città che con le sue regole severe riesce a piegare abitudini e regole di ogni singola comunità all'interesse comune.


Singapore è la "principessina" d'oriente, sempre apposto, sempre pulita, tutta in ordine ed elegante, la città dei miliardari e delle boutique.

That's it



sabato 28 aprile 2012

VERSO SINGAPORE

Dopo quasi due mesi passati tra India e Nepal, mi aspetta un aereo che mi porterà fuori dal sub-continente indiano e mi catapulterà in una realtà molto diversa: il mondo cino-malese di Singapore e Malesia.
L'India è stata un'esperienza unica: solo ora capisco l'amore/odio che la maggior parte dei viaggiatori prova per questa immensa nazione.
L'India e gli indiani, a differenza del Nepal ed i nepalesi, hanno una gran capacità di irritarti a volte: ci sono giorni che non ne puoi più della loro insistenza, della sporcizia, dell'inquinamento acustico, della superficialità nel fare le cose.
Una delle cose di cui sono rimasto stupito riguarda il comportamento delle persone: avevo un po' lo stereotipo dell'indiano gentile e servizievole, sempre con il sorriso in bocca e pronto ad aiutarti … bè … è uno stereotipo!!!
Spesso gli indiani sono rudi, per niente gentili e fastidiosi.
Se siete in una sala vuota piena di poltrone, potete stare sicuri che l'indiano si siederà accanto a voi, sbircerà il libro che state leggendo o semplicemente vi guarderà fisso senza nessun motivo, provocando non poco imbarazzo.

Ma poi c'è il lato buono, il “side A”: un paese cosi ricco di anima che la spiritualità la trovi ovunque: tra i moribondi ed i lebbrosi abbandonati per strada al loro destino, tra le vacche sacre che defecano liberamente in mezzo alla strada senza che nessuno intervenga, tra le migliaia di templi in cui si venerano Dei ed animali, tra chi spera di avere acquisito un buon karma per potersi reincarnare in una vita migliore.
Tutto è sacro in India: i ratti del tempio di Deshnok “reincarnazione” dei cantastorie, le scimmie nei templi, il fiume Gange e cosi via
Una potenza economica mondiale che non si vergogna di nascondere la sua vera anima, e che non tradisce la propria atavica cultura.
NAMASTE India

giovedì 26 aprile 2012

VARANASI: dove si cremano i morti

Varanasi è un pugno nello stomaco, è forte e fa male, ma bisogna superare il dolore iniziale ed affrontarla nuovamente.
Città sacra degli induisti, Varanasi è l'unico luogo al mondo in cui gli uomini possono sfuggire al samsara, l'eterno ciclo di morte e rinascita.
Per questo motivo ogni giorno folle di indiani si riversano sulla riva occidentale del Gange (quella orientale è considerata impura, e quindi non ci sono costruzioni) per compiere le abluzioni mattutine bagnandosi con l'acqua sacra del fiume.
Ogni vero indù dovrebbe, almeno una volta nella vita, compiere il pellegrinaggio a Varanasi.

Varanasi è anche il luogo migliore in cui morire e farsi cremare, ragion per cui in prossimità delle rive del Gange si ammassano malati senza speranza e moribondi, in attesa di morire e conquistarsi l'accesso al paradiso.
Le rive del fiume sono contese da chi fa le abluzioni per purificare i propri peccati, dai bufali che si rinfrescano, dai barcaioli con le loro sgangherate piroghe, dai cani che pisciano e bevono, dalle immondizie che galleggiano ovunque mischiate a collane di fiori offerte alla “madre Ganga”.
Come fanno? Come possono i fedeli immergere i loro corpi in un fiume che sarà anche sacro, ma è anche uno dei più inquinati al mondo?
Quel vecchietto sta immergendo il proprio corpo nelle sacre acque, poco distante da lui i bufali fanno lo stesso, e a 20 metri di distanza una carcassa di mucca galleggia gonfia e goffa sulle acque. Un cane nuota a fatica ed assale la carcassa strappandone brandelli. Il vecchietto continua imperterrito le sue abluzioni.
È felice: si è purificato dai peccati

Il modo migliore per capire la sacralità di Varanasi è osservarla dal Gange, il fiume che la bagna con le sue acque sacre.
È pieno di barcaioli che vorranno offrirvi un giro in barca all'alba o al tramonto.
Il giro di un paio di ore all'alba è veramente intenso e suggestivo.
L'alzataccia alle 5 del mattino mi ha ampiamente ricompensato: la luce dell'alba tinge la città sacra con colori caldi e la avvolge in un'atmosfera magica.
Dal silenzio del fiume puoi ammirare la vita e la morte: uomini e bambini seminudi e donne avvolte in splendidi e colorati sari bagnarsi nel fiume per le abluzioni purificandosi dai peccati commessi, mentre poco più in là cadaveri avvolti da un telo ed adagiati su cataste di legno sono pronti per la cremazione.

Il rito della cremazione non è cosa semplice: deve essere usata la giusta quantità di legna, ne poca né troppa, adatta a cremare completamente il corpo.
I corpi vengono trasportati, senza troppi piagnistei, in un breve corteo su una lettiga di bambù, coperti solo da un velo.
Arrivati al fiume vengono immersi per un attimo nelle acque sacre e poi poggiati sulla catasta di legno, pronti ad ardere. Infine le ceneri vengono gettate nel Gange.
Non tutti hanno la possibilità economica di essere cremati in questa maniera, i meno abbienti ricorrono ai forni elettrici, decisamente più economici.
La maniera migliore per assistere alle cremazioni è dalla barca, altrimenti andate direttamente al Ghat di Manikarnika, il luogo prescelto per le cremazioni.
Evitate di scattare foto come foste ad un matrimonio: è un funerale!!!
Dalla barca, con un buono zoom, nessuno vi vedrà ed il vostro obiettivo non darà fastidio come un intruso.

Al tramonto i ghat (le scalinate che scendono al fiume) si riempiono di vita, i fedeli si radunano per celebrare il Ganga Aarta, una cerimonia religiosa in cui vari bramini fanno offerte di luce, di profumi, di cesti di foglie e petali alle acque della Grande Madre.
Sul fiume i fedeli adagiano candele accese, simbolo dei loro sogni, sperando che la corrente li porterà lontano.

Spero che la mia stia ancora galleggiando accesa.

Cremazione di un cadavere
Abluzioni lungo il Gange

martedì 24 aprile 2012

BACK TO INDIA

Odori pungenti, vacche che bloccano il traffico, clacson senza sosta, il caos è dappertutto: sono di nuovo in India.
La piccola frontiera di Sunauli separa questi due mondi, l'attraverso con un pò dispiacere dentro per lasciare quel meraviglioso paese che è il Nepal, e vengo subito inghiottito dal vortice indiano, ma ormai ci sono abitutato.
Un lunghissimo viaggio mi porterà fino a Varanasi.
BACK TO INDIA

sabato 21 aprile 2012

RINOCERONTI FANTASMA

Il Chitwan National Park è il parco naturale più grande, più famoso e più ricco di fauna di tutto il Nepal.
Al suo interno abitano scimmie, cerbiatti, coccodrilli, orsi, elefanti, rinoceronti e tigri.
All'esterno del parco è pieno di agenzie che organizzano safari in jeep, a piedi o a dorso di elefante per avvistare gli animali della giungla.
Le probabilità di avvistare una tigre sono molto molto basse, più probabile invece l'incontro con rinoceronti ed orsi.
Tutti i tipi di trekking sono accompagnati da una guida autorizzata del parco.
Il primo giorno opto per un trekking a piedi di mezza giornata dentro la giungla, ed il secondo giorno quello a dorso di elefante.
Risultato disastroso: gli unici animali che ho visto sono stati alcuni cerbiatti, i polli della giungla ed i pavoni … praticamente con una passeggiata a Villa Ada si ha più probabilità di avvistare animali.
Ma non voglio scoraggiare … non si può pretendere di entrare in un parco naturale e scegliere gli animali da avvistare come fossero prodotti del supermercato … è come quando si fanno le immersioni: a volte vedi di tutto, a volte neanche un pesce pagliaccio.
Quando si ha a che fare con la natura l'imprevedibilità fa da padrone … certo che un pizzico di fortuna non avrebbe guastato.
Rimane però la bella esperienza del bagno con gli elefanti nel fiume: mentre lo si lava il pachiderma ricambia il favore spruzzandoti con la proboscide l'acqua sporca del fiume direttamente in faccia.


venerdì 20 aprile 2012

POKHARA: LAGO, MONTAGNE E PARAPENDIO


Adagiata sul Pewa Lake, Pokhara sembra fatta apposta per accogliere i viaggiatori stanchi dal trekking o da lunghi viaggi.
La parte turistica è il Lake side, il lungolago, pieno di ristoranti e locali in stile occidentale.
Oltre alla pace ed al buon cibo, Pokhara regala anche adrenalina a litri: parapendio, parahawking, rafting, trekking sulle montagne, giri in moto, ecc …
Ce n'è per tutti ma bisogna fare attenzione al portafogli perchè molte di queste attività costano quasi come da noi in Europa.
Ma alla fine, per 70 euro, come si fa dire di no ad un volo in parapendio a 2.500 metri sorvolando i cieli proprio davanti la catena montuosa dell'Annapurna!!!


E se affittare una mitica Royal Enfield vi costerà una trentina di euro al giorno, per molto di meno si puo affittare una moto normale per un paio di giorni ed andarsene a zonzo tra i villaggi tibetani che circondano Pokhara o raggiungere Sarangkot per godersi il tramonto e l'alba sulla catena dell'Annapurna.
Dopo due giorni di rafting a nord di Kathmandu, aver fatto parapendio a Pokhara, aver visto tramonto ed alba sull'Annapurna, ora sono nel Parco nazionale di Chitwan, in mezzo alla giungla, pronto a fare trekking a piedi e con gli elefanti, con la speranza di avvistare rinoceronti e tigri.
A presto

domenica 15 aprile 2012

KATHMANDU, UN SALTO NEL TEMPO

E' incredibile pensare che nel 2012 esista ancora una città, capitale di una nazione, in cui la corrente elettrica viene fornita alternata, con black out di anche 10 ore consecutive.
Ma Kathmandu è un'affascinante città in cui convivono traffico, templi, smog, aria di montagna, modernità e medioevo.
Dopo le fatiche dell'India, Kathmandu accoglie bene i viaggiatori stanchi delle sporcizie e dei rumori indiani, i nepalesi sono molto piu gentili e disponibili ... tutto è piu soft.
Oltre agli innumerevoli templi sparsi per Kathmandu, in giornata si possono fare innumerevoli gite: Patan con la vecchia Durbar Square, la meravigliosa Bhaktapur (che io ho soprannominato L'Umbria del Nepal), Boudhnath e lo Stupa piu grande del mondo, il "tempio delle scimmie" di Swayambhunath.
I vari cafè e ristoranti con cucina internazionale disseminati nel quartiere turistico di Thamel attraggono molti viaggiatori desiderosi di riposarsi dalle fatiche indiane o da quelle himalayane.
Enjoy Kathmandu

giovedì 5 aprile 2012

RISHIKESH, I BEATLES, LO YOGA


Nel febbraio del 1968, i Beatles arrivarono a Rishikesh per passare un paio di mesi a meditare nell'Ashram del guru Maharishi Mahesh Yogi.
A parte Ringo Star che se ne andò dopo un paio di settimane (sembra perchè non sopportasse il cibo indiano) gli altri Beatles rimasero a Rishikesh per un paio di mesi, e qui composero il "White Album".
L'esperienza indiana fu per alcuni versi importantissima nella carriera artistica del gruppo di Liverpool, però la permanenza a Rishikesh lasciò anche profonda amarezza e disillusione, soprattutto in John Lennon.
Infatti nel brano Sexy Sadie John Lennon tira fuori tutta la rabbia nei confronti del guru Maharishi, colpevole, sembra, di ripetute advance sessuali nei confronti di una ragazza amica dei quattro.
Fu deciso allora di cambiare il titolo della canzone da “Maharishi” in “Sexy Sadie”.



Oggi Rishikesh è la capitale mondiale dello yoga: lungo il Gange è pieno di ashram che offrono corsi di yoga o meditazione, ed i sadhu sono numerosissimi per le strade.
Anche se l'industria dello yoga l'ha sicuramente trasformata rispetto a quarant'anni fa, Rishikesh rimane ancora una località piacevole in cui trascorre qualche giorno, meditare e fare yoga.

giovedì 29 marzo 2012

FREE TIBET


McLeod Ganj è una tranquilla e deliziosa località tra le montagne dell'Himachal Pradesh, in India.
Arrivare qui da Amritsar sembra quasi un sogno, si abbandonano clacson, traffico e sporcizia per trovare silenzio, uccellini ed una pulizia generale superiore a molte località indiane.
McLeod, però, è importante soprattutto per un altro motivo: è la residenza del Dalai Lama e del governo tibetano in esilio.
Nel 1949 la Cina invase il Tibet, regno da sempre autonomo ed indipendente, governato dalla dinastia religiosa dei Dalai Lama, con una propria lingua e cultura e religione.
Considerandola parte della “Grande madre patria” ed in nome della “rivoluzione culturale” di Mao Tze Tung, la Cina cominciò a smantellare pian piano tutte le secolari tradizioni tibetane, imponendo la cultura cinese, eliminando diritti civili e religiosi, applicando sistematicamente la tortura verso donne e uomini con il preciso intento di cancellare ogni traccia di cultura e religione tibetana ed assimilarla a quella della madre patria Cina.
Tenzin Gyatso, l'attuale Dalai Lama, nel 1959 scelse l'esilio in India non per vigliaccheria ma per portare avanti una lotta non armata nei confronti della Cina, lotta che ancora oggi va avanti in modo pacifico e commovente da parte del tibetani … con repressioni ed odio da parte dei cinesi.
Il 26 marzo del 2012 (3 giorni fa per chi scrive) Jampa Yeshi, un giovane tibetano, si è dato fuoco a Delhi in segno di protesta nei confronti del presidente cinese Hu Jintao e della repressione tibetana attuata dalla Cina.
Qui a McLeod Ganj sono in corso da un paio di giorni manifestazioni pacifiche di tibetani e di stranieri solidali che gridano contro la repressione cinese.
Proprio stasera dovrebbero trasportare la salma del giovane tibetano da Delhi a McLeod Ganj, i negozi oggi hanno le saracinesche a metà in segno di lutto.
È veramente emozionante vivere questo momento in diretta.
È una situazione ingiusta e commovente.
Il popolo tibetano è pacifico e sorridente, vorrebbe solo riavere la propria autonomia e la propria terra per pregare in pace e meditare.
Se volete avere maggiori informazioni sulla situazione tibetana e sulla storia dell'occupazione cinese visitate i seguenti siti:

FREE TIBET!!!





domenica 25 marzo 2012

IL TEMPIO DEI TOPI A DESHNOK

È in occasioni come questa che ci si rende conto di quanto l'India sia un paese più unico che raro: in quale altro posto al mondo trovereste schiere di fedeli fare la fila al tempio per adorare centinaia di ratti sacri?
A Deshnok, 30 Km da Bikaner, nord del Rajasthan, si trova il KARNI MATA TEMPLE, comunemente chiamato il “tempio dei topi”.
Narra la leggenda che Karni Mata chiese a Yama, dio della morte, di riportare in vita il figlio di un cantastorie.
Al suo rifiuto Karni Mata fece reincarnare tutti i cantastorie morti in ratti, privando così Yama di anime umane.
Prima di entrare nel tempio bisogna levarsi le scarpe, come in ogni luogo sacro … in questo caso mi sono portato appresso un paio di spesse calze di cotone perchè non è che gradisca moltissimo sentire il pelo del ratto a contatto con la mia pelle!
L'impatto, per me che di certo non adoro i ratti, è abbastanza forte.
Il tempio è ammassato di fedeli e c'è una cerimonia in corso.
Tra i piedi sgattaiolano vari topi ed in varie parti del pavimento sono adagiate grandi scodelle piene di latte sui cui bordi sono appollaiati i ratti ad abbeverarsi.
I fedeli portano in offerta ai topi pezzi di frutta, dolcetti e latte e si inginocchiano al suolo cominciando a distribuire pezzetti di cibo in modo da farsi circondare dai roditori … saranno anche la reincarnazione di bravi cantastorie, ma io non mi sento proprio a mio agio in mezzo a tutti questi ratti e l'odore è molto sgradevole.

Non mi sento proprio a mio agio

Che carini ... bevono il latte


Si dice che si è molto fortunati se si vede il ratto bianco, ancora di più se questo ti cammina sul piede.
Per quanto mi riguarda i tre semplici ratti grigi che si sono fatti una passeggiatina sui miei piedi sono davvero abbastanza.
Rimane un'esperienza unica e soprattutto irripetibile.
Qui il video che ho girato ... per stomaci forti!!!


domenica 18 marzo 2012

UDAIPUR, LA VENEZIA D'INDIA

Udaipur è una meravigliosa cittadina nel sud del Rajasthan, stato dell'Ovest dell'India.
Chiamata la "Venezia dell'India", Udaipur affaccia su tre laghi e varie lagune, circondate da splendidi palazzi dell'era Rajput. Il famosissimo Lake Palace, per esempio, copre un'intera isola nel lago Pichola, ed ha servito da sfondo al film "Octopussy"della saga di James Bond, tanto da essere proiettato ogni sera in tutti i ristoranti di Udaipur.


Rispetto ad altre città indiane Udaipur è sorprendentemente pulita e silenziosa, tanto da rendere il soggiorno particolarmente rilassante.
Il giro in barca al tramonto sul lago Pichola rende l'idea.
Qui il video che ho girato dalla barca:



giovedì 15 marzo 2012

Preghiera a Pushkar

La pace sui gath (scalinate) di fronte al laghetto di Pushkar.
Un uomo intento a pregare ... ho rubato discretamente un momento della sua preghiera, appoggiando la videocamera in una posizione a lui non visibile.
Ecco il video:




lunedì 12 marzo 2012

IL CINEMA IN INDIA

Andare al cinema a vedere un film di Bollywood era una delle esperienze che mi ero prefissato di provare in India.
Bollywood, fusione tra Bombay ed Hollywood, è il nomignolo dato all'industria cinematografica indiana, una delle realtà cinematografiche più importanti del mondo.
Centinaia di pellicole prodotte ogni anno, migliaia di sale di proiezione e uno star-system ricco di attrici ed attori di notevole popolarità ed amatissimi dal pubblico.
Come in Italia ed in occidente anche in India le multisala stanno pian piano cancellando le vecchie e belle sale cinematografiche in cui si proiettava un solo film.
A jaipur, in Rajasthan, sono andato al Raj Mandir, storica sala cinematografica, enorme ed elegantissima, per fortuna ancora rigorosamente UNIsala!
Per la modica cifra di 70 rupie indiane (poco più di un euro) ho assistito alla proiezione del film dal titolo: "Tere Naal Love Ho Gaya" commedia farcita di balletti e musiche, in pieno stile Bollywood.
Qui il trailer del film

Naturalmente non ho capito una sola parola di quello che hanno detto, ma la trama in sè era abbastanza facile da intendere.
Lo spettacolo più bello è stato proprio il non capire nulla ... ho cosi avuto modo di concentrarmi sul pubblico, vedere persone alzarsi dalla poltrona per ballare ad ogni stacchetto musicale del film (e ce ne sono tanti), e poi risate aperte e sguaiate per ogni singola battuta, bambini attaccati alle poltrone (ed uno alla mia mano) assolutamente incantati da quel meraviglioso spettacolo che è il cinema.
Si respirava l'aria delle vecchie sale cinematografiche di una volta ... mancava qualcuno che si accendesse la sigaretta ed il venditore di cremini.

sabato 10 marzo 2012

HOLI, LA FESTA DEI COLORI

Dopo aver visitato Agra con il celeberrimo Taj Mahal e l'imponente Agra Fort, la destinazione successiva è stata Mathura, cittadina tra Agra e Delhi, una delle sette città sacre dell'India, famosa per aver dato i natali a Krishna.
Proprio a Mathura e nella vicina località di Vrindavan si svolge una delle piu vivaci versioni dell'Holi, la festa dei colori.
Con l'Holi inizia la primavera e quindi i colori e l'allegria.
Questo si trasforma in una meravigliosa festa in cui chiunque scende per le strade armato di sacchetti con polveri colorate, ed è un continuo lanciarsi nuvole di colori, imbrattare visi, corpi ed indumenti immacolati con la gioia e l'allegria …
In alcuni casi il tutto degenera quando vengono lanciate vere e proprie secchiate di acqua colorata e quasi scatta una improbabile guerriglia da cui in certi casi è meglio allontanarsi… macchine fotografiche e videocamere da proteggere ASSOLUTAMENTE con pellicola trasparente … io ho usato lo scafandro subacqueo!!! Vestiti naturalmente da buttare!!!





lunedì 5 marzo 2012

DELHI

Caos, inquinamento, mendicanti, lebbrosi, puzza, sporcizia, clacson che rompono i timpani, venditori che rompono qualcos'altro ... 13 milioni di abitanti che convivono ed allo stesso tempo si ignorano.
Ma Delhi non è solo questo, è anche colori, sorrisi, pace, cultura, religione, ottimi cibi ...
Descrivere in poche righe una metropoli immensa e densa di contraddizioni come Delhi, è un'impresa difficile e riduttiva.
Per ora scappiamo verso Agra e l'Uttar Pradesh in cerca di piu tranquillità, si avrà modo di rivisitare Delhi in più occasioni

giovedì 1 marzo 2012

IN PARTENZA

Mancano ormai poche ore:
sta per iniziare un lungo viaggio che mi porterà dall'India al Borneo, attraverso cinque nazioni: India, Nepal, Singapore, Malesia, Indonesia.

C'era chi da piccolo passava ore a guardarsi i cartoni animati, chi preferiva indovinare il prezzo giusto con la Zanicchi, chi appresso alle varie Roma, Juve, Milan, ecc ...
La mia vera passione era l'Atlante, con la A maiuscola per profondo rispetto, con tutti quei colori e quei nomi strani e lontani ... come puo non affascinarti? Come puo non stuzzicare la fantasia di un bambino?
Ed io mi ci perdevo dentro quel grande libro, scansavo prima un colore e poi un nome lungo e strano per immaginarmi chissà dove ... che meraviglia!
Viaggiare ed amare il viaggio in sè è stata una conseguenza logica.
L'Asia è il continente che più di tutti mi ha sempre affascinato, un mondo nel mondo, lontano e misterioso.


Quello che sto per compiere è un pò il viaggio che ho sempre sognato, ed ai sogni, signore e signori, bisognerebbe sempre dire di si.